venerdì 25 marzo 2011

La verità, fa male. -capitolo 11-

“Allora, non dici niente ?” disse Dario.
Lei si teneva sempre le mani sul viso, per nascondere tutto l’imbarazzo e l’odio che provava per Dario e per se stessa.
Si, non si spiegava il gesto che aveva fatto.
Aveva liberato la sua ira su Dario, prendendosi gioco di lui e dei suoi sentimenti.
Come dirglielo ?
Amava Fabio, probabilmente.
Ma.. Dario.
Eggià, Dario le aveva messo i bastoni tra le ruote. Quella stessa persona che mesi prima la faceva sorridere e stare bene, le stava causando un sacco di problemi.
“Non voglio sapere niente, te l’ho già detto..” disse Fabio, distogliendo lo sguardo.
“No. Invece devi, dovete sapere.” Disse Beatrice prendendo le mani di entrambi i ragazzi.
Dario era spaventato, mentre Fabio era meravigliato.
Molto meravigliato.
“Dai su, dillo ..” pensava dentro si se Beatrice.
“Devo dirvi una cosa..” disse sottovoce Bea.
“Dillo.” Disse Fabio.
Lui aveva capito ?
O era semplicemente un’enorme peso dal quale si doveva liberare ?
“Allora, ho commesso un’enorme, grandissimo, fottuto errore.” Disse guardando Dario, il quale aveva assunto un’espressione mista tra speranza e paura.
“Che tipo di errore ?” chiese Dario, un po’ intimorito.
“Ho liberato la mia ira su di te, purtroppo.”
“Cosa ?” dissero in coro Fabio e Dario.
Dario con un tono meravigliato, mentre Fabio dispiaciuto.
“Si. Ero molto arrabbiata con ..Lui..” disse indicando Fabio. “Fatemi finire. Cavolo, è la prima volta che lo faccio. Insomma, la faccio breve. Mi piace Fabio, ieri sera dopo quella cosa mi sono sentita malissimo, non accettata. Ero furibonda, avevo perso il lume della ragione. E sono venuta da te “ disse rivolgendosi a Dario “ e .. mi sono sfogata su di te. Per favore, niente domande.” Disse Beatrice.
“Che cosa ? Hai pure il coraggio di non chiederci di farti domande ?” disse Dario.
E ancora un’altra volta si mise le mani in faccia,come per nascondere tutto in se.
“C’è, fammi capire. Sono stato uno dei tanti ?”
Beatrice questa volta era in lacrime.
“No, non sei stato uno dei tanti. Ma, cavolo, ero arrabbiatissima e non so da cosa mi è venuto fuori di andare con te ! “ disse Beatrice.
“Sono io la causa.” Disse Fabio interrompendo la discussione. “Ieri sera l’ho baciata. Lo so Dario, mi dispiace. Lo so che lei ti piace ma.. Piace anche a me.” E con questo, uscì dalla camera, seguito da Dario e dalle sue urla.
Beatrice era sdraiata per terra a piangere.
Piangeva.
Non sapeva neanche per cosa.
Se perché aveva ferito i sentimenti di Dario o quelli di Fabio.
O semplicemente.. Aveva ferito se stessa.
Si. Se stessa.
Aveva fatto la parte della troia con Dario,e quella della stronza con Fabio.
E Quella della scema con se stessa.
Ma cosa pensava di ottenere quando andò con Dario ?
Dov’era finita la maturità ?
Si era dileguata.
Come Dario, Fabio.
E la sua anima stessa.
Decise che la cosa non poteva più andare avanti così.
Decise di abbandonare l’Hotel in quell’esatto momento.
Scese le scale (l’ascensore era occupato da Dario e Fabio che facevano su e giù per l’Hotel insultandosi ) più in fretta che poteva e arrivò all’uscita.
Cavolo!
Si  rese conto solo in quel momento che aveva indosso la maglia di Fabio, e la sua era nella sua camera.
Ma era troppo rischioso tornare nel piano superiore, così decise di tenersela.
Arrivò alla stazione centrale, e prese il primo treno per Bologna.
Ma la maturità si era dileguata ancora una volta.. Come lei.

giovedì 10 marzo 2011

Sempre tu a rompere, vero ? -capitolo 10-



Rimase li ferma per chissà quanto tempo. Con la mano sulla guancia.
Quella stessa guancia che poco prima,si era violentemente incontrata con la mano di fabio.
Finalmente, dopo una ventina di minuti Fabio uscì dal bagno.
Beatrice non fece nessun minino movimento, rimase li ferma, immobile sul pavimento.
Con sua sorpresa, notò che anche Fabio si sdraiò vicino a lei, mettendogli una mano sulla schiena e accarezzandogliela.
Beatrice si levò le mani dal viso, e vide che la faccia di Fabio era praticamente appiccicata alla sua.
“Scusami.” Le disse sottovoce.
Beatrice si alzò con il busto, restando seduta sul pavimento a fissarlo.
“Scusami. Davvero..” disse ancora una volta Fabio, accarezzandogli quella stessa guancia che prima aveva picchiato.
A Beatrice venne da fare una cosa,una sola cosa.
Le venne fuori dall’istinto, non era lei che l’aveva programmato.
Mise le braccia intorno al collo di Fabio, abbracciandolo.
E intanto gli sussurrava all’orecchio : “Quella che deve scusarsi sono io, non sei tu..”
Fabio le accarezzò la testa,la schiena e le gambe.
“Non è vero..” rispose anch’esso sussurrando.
“Si invece.” Disse lei.
Lui si staccò da lei, e fece una cosa che Beatrice aspettava da troppo tempo.
Un lungo bacio.
Un bacio che solo Beatrice sapeva quanto fosse bello.
“Adesso siamo pari.” Disse Fabio alzandosi e porgendole una mano per aiutarsi a tirarsi su.
“Si..” disse Beatrice.
“Hei. Voglio che tu sappia una cosa.. “ Disse Fabio, prendendola per una mano.
“Dimmi..” disse Beatrice, entusiasta.
“Apriiiiiiiiiiiiiiii” disse Dario in quell’esatto momento, bussando da dietro la porta.
“NON Può ESSERE VEROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!!!!!!!!!!!!”urlò Beatrice dentro di se.
“Questo è Dario..” disse Fabio affrettandosi ad aprire la porta.
“Dov’è lei ?” disse per prima cosa Dario entrando in camera.
“Lei .. io ?” disse Beatrice, per attirare l’attenzione.
“Hei, eccoti amore … “ disse Dario.
Amore ?
No.
“Amore.. ?” disse Fabio guardando Beatrice.
“Eh sì, devi sapere che stanotte..” disse Dario.
“Non lo voglio sapere.” Disse Fabio interrompendo la conversazione.
Beatrice si mise le mani in faccia, per nascondere l’imbarazzo.
“Non gliel’hai detto ?” disse Dario guardando Beatrice.
Lei non fece niente.
Adesso si, che era davvero nei casini.

martedì 8 marzo 2011

Odiava Fabio. -capitolo 9-

Stupida .Scema. Idiota .Cretina .Deficiente .Imbecille .Bastarda.
Questi erano le uniche 7 parole che ruotavano in continuazione nella testa di Beatrice.
Piangeva, piangeva, piangeva e sbatteva la testa contro la porta della camera di Fabio.
“Bea ! Mi vuoi dire cosa è successo ?” disse Dario, sedendosi vicino a lei.
“Tu .. “ incominciò a dire Beatrice, ma il caso volle che Fabio, aprì proprio in quell’istante la porta.
“Ho sentito dei rumori sospetti..” disse lui, ancora mezzo addormentato.
Lei non ebbe il coraggio di girare la testa.
Non aveva il coraggio di farsi vedere in quelle condizioni da lui.
Ci stava davvero troppo male.
Soffriva troppo.
Ma non perché Fabio la sera prima l’aveva “abbandonata”, ma perché era andata con Dario.
Dario correva dietro a lei. Che correva dietro a Fabio. Che forse era attratto da lei.
Non disse niente, si alzò piano e cercò di allontanarsi.
Ma il braccio di Fabio la trattenne.
“Cos’è successo ?” disse guardandola negli occhi.
Quegli stessi occhi diventati rossi, lucidi e praticamente socchiusi della ragazza, si incontrarono con quelli del ragazzo, verdi o azzurro acqua. Enormi, e contornati da una matita sbavata.
“Ehm… “ non poteva dirgli la verità, così improvvisò la prima cavolata che le venne in mente.
“Nel prendere i vestiti ho sbattuto il mignolo contro lo spigolo del letto …” disse distogliendo lo sguardo dal suo.
“Non ti credo.” Le disse il ragazzo.
“Fabio, perché dici questo ?” disse Dario, rialzandosi.
“Stai zitto tu.” Gli rispose lanciandogli un’occhiataccia. “Vieni dentro. “ le disse poi il bassista invitandola ad entrare nella sua stanza.
Beatrice si sentiva molto in soggezione.
“Dimmi la verità per favore.” Disse sedendosi al bordo del letto, fissandola.
“Te l’ho detto.. Rient ..” ma fu interrotta da Fabio che si alzò, la prese per un braccio e l’agitò bruscamente.
“Non è vero ! Tu menti ! Dimmi la verità !”
Beatrice ormai aveva capito.
Lui voleva sentirsi dire ciò che voleva. Che stava male perché lui l’aveva prima baciata poi “abbandonata”.
Ma  se c’era una cosa che Beatrice odiava era dare soddisfazione alla gente.
“Io non mento ! “ gli disse ancora una volta lei.
Fabio arrivò al fine della sua pazienza, e le tirò uno schiaffo.
Lei cadde a terra.
“Poi ne riparliamo.” Disse chiudendo la porta della camera a chiave e chiudendosi in bagno.
Lei era sempre ferma lì, immobile.
In quel punto preciso della stanza.
Ragionò, e ne dedusse una semplice e unica cosa.
Odiava Fabio.

mercoledì 2 marzo 2011

Brava scema. Piangi. -capitolo 8-

“Scusa, cosa significa questo ?” disse sorpresa Beatrice, con un pizzico di felicità.
“Buonanotte. “ disse Fabio girandosi dall’altra parte.
Allora Beatrice, volle provocarlo, come era suo spesso fare.
Si girò dalla sua stessa parte, e lo abbracciò mettendogli le braccia intorno al collo.
Lui reagì semplicemente scrollando le spalle, come se volesse che Beatrice togliesse le mani di dosso.
A quel punto Beatrice, si arrabbiò davvero tanto.
Scese dal letto e uscì dalla camera di Fabio, sbattendo la porta.
Destinazione, camera di Dario.
Però, doveva prendere l’ascensore.
Riuscì ad entrarci poco prima che esso si chiudesse.
Non era tanto questo il problema. Nell’ascensore non c’era soltanto lei.
La gente cominciò a guardarla molto male, dato che aveva indosso solo le mutande e la maglia di Fabio.
Finalmente arrivò al piano dove alloggiava Dario.
Uscì dall’ascensore, e si sforzò per ricordarsi quale camera fosse quella di Dario.
Dopo un infinito girovagare a vuoto sul piano per trovare la stanza di Dario, finalmente di trovò davanti alla 69. Camera di Dario.
Il numero la inquietava  un pochino, ma decise comunque di bussare.
Dopo neanche due secondi, Dario aprì la porta della sua camera.
Cavolo.
Era in boxer.
“Ehm .. cosa ci fai qui ??” disse Dario più che sorpreso.
“Il mio compagno di stanza non gradisce la mia presenza. Posso dormire qui ?” chiese Beatrice.
Dario sembrava che gli avessero appena detto di aver guadagnato l’immortalità.
Era felice, più che felice. Pensava di nascondere il tutto sotto un ciuffo e un piercing, ma era felice.
“Ehm, certo, entra pure.” Disse Dario facendola entrare.
“Stavi dormendo ? Ti ho svegliato ?”
“Nono, assolutamente. “
“Ah ok, perfetto.”
“Senti Bea.. Il letto è da uno solo..”
“Quindi ? Per me non c’è problema ad avere contatto fisico.” Disse leggermente scocciata.
“Hey Hey.. che hai ?”
“Niente .. “ mentì lei.
Era furiosa. Davvero Furiosa.
Non riusciva ad accettare il fatto che Fabio l’avesse prima baciata e poi rifiutata.
Era talmente furibonda, che le venne in mente un’idea pazza, assolutamente folle.
Aveva capito di piacere a Fabio, e che lui non riusciva a confessarlo.
Alzò lo sguardo e cominciò a guardare fisso Dario.
E poi a sorridergli.
“Perché sorridi ?” disse Dario divertito.
Beatrice non disse niente, e si sdraiò sul letto.
Abbastanza piccolo per i suoi progetti, ma si sarebbero arrangiati.
Dario sembrò capire al volo le sue intenzioni.
Si sdraiò anche lui sul letto vicino a Beatrice.
Lei cominciò ad accarezzargli il viso e i capelli, poi con l’indice passò sul collo e sul petto.
“Bea.. “ disse Dario.
Ma non disse più nient’altro.
Le sue labbra erano ancorate a quelle di Beatrice.
Beatrice si fermò un attimo a esitare.
Lei non lo stava facendo per suo piacere, ma per far star male Fabio.
Come lui, poco prima aveva fatto stare male lei.
“Bea, aspetta. Sei sicura ?” disse Dario passandole una mano tra i capelli.
Cavolo.
La domanda sbagliata al momento peggiore.
“Si. “ disse lei, senza pensarci due volte.
A quel punto, incominciò una lunga notte.
Più che lunga, interminabile.
**
“Buongiorno .. “ disse Dario, appena vide Beatrice aprire gli occhi.
“Buon.. Oddio cosa ho fatto ! Cosa ho fatto ! “ disse alzandosi rapidamente dal letto e cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Bea ! Cosa hai fatto ?” le disse Dario guardandola un po’ incuriosito e un po’ triste.
Era successo, ma ormai era troppo tardi.
Il danno era fatto.
“Niente scusa, era riferito al sogno..” mentì lei.
“Mi hai fatto spaventare..” disse Dario abbracciandola.
Adesso, le faceva schifo il contatto fisico con lui.
“Io devo.. Devo andare a cambiarmi.” Disse Beatrice.
“Dai, io sono pronto , ti accompagno.” Disse Dario prendendola per mano e uscendo dalla camera.
Rifecero tutto il tragitto compiuto da Beatrice la sera prima,fino ad arrivare alla stanza 90, quella di Fabio.
Beatrice entrò di soppiatto, e vide che Fabio dormiva ancora.
Prese i vestiti della sera prima, si cambiò velocemente e uscì dalla camera più in fretta possibile.
“Adesso possi… Cosa è successo ?” chiese Dario, questa volta impaurito.
Beatrice era seduta per terra con la schiena appoggiata alla porta.
Piangeva. Piangeva.
Per Lui.